Aprire le frontiere per far raddoppiare il PIL mondiale o sigillarle per privatizzare ogni angolo di territorio? Nel dibattito aperto dal Foglio a partire dalle posizione libertarie statunitensi degli “open borders” si registrano divergenze tali da suggerire di optare per la “navigazione a vista” indicata da Carlo Lottieri. Certamente, come per ogni politica, la misurazione degli effetti, dei costi-benefici di ogni strategia, è indispensabile per non confinare il dibattito nel terreno dell’ideologia, a maggior ragione su un tema così complesso. Ma se si vuole stabilire almeno la direzione di marcia e l’obiettivo verso il quale tendere, allora una scelta ideale è ineludibile e corrisponde alla risposta che si vuol dare alla domanda: “è giusto che ogni essere umano sia libero di andare a vivere dove vuole in giro per il pianeta?”.
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